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Riggan Thompson, il protagonista del film, attore che ha raggiunto il successo interpretando Birdman, supereroe alato e mascherato, in un classico film americano di cassetta, decide di riscattarsi da un passato professionale di poco spessore intellettuale e anche da una vita personale poco soddisfacente (é separato, ha una figlia adolescente da poco uscita da un centro di disintossicazione), mettendo in scena e interpretando uno spettacolo teatrale tratto dalla raccolta di racconti di Raymond Carver, " Di cosa parliamo quando parliamo di amore?"
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Questo il nodo narrativo del film, per svilupparlo tante immagini reali e surreali, tante parole che si susseguono quasi senza interruzione alcuna, c'è un sacco di roba e un sacco di modi per dirla,
faccio un tentativo di sciogliere gli elementi che lo contengono.
La batteria: sta per l'incalzare del tempo (come del resto il ticchettio dell'orologio) e il frastuono della vita che ci circonda?
La meteora in fiamme che cade: bruciamo le cose e le cose bruciano noi, il successo è un fuoco effimero che si spegne e ci porta a impattarci con la realtà?
Birdman alter ego: se metafora dev'essere perchè renderla così evidente nell'inseguimento che il super eroe fa del protagonista del film? perchè palesarlo in questo modo? l'immaginifico perde il suo fascino nella rappresentazione minuziosa dell'irrealtà.
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Perchè poi la scelta di Carver? la realtà che lo scrittore rappresenta nella sua narrativa, come pure le sue modalità di scrittura stridono con il contenuto e il linguaggio del film. In realtà, a Carver ci sono poi pochi riferimenti: nello spettacolo teatrale di Thompson , per quanto ne vediamo, è rappresentata solo una parte del racconto che dà il titolo alla raccolta dello scrittore americano, la scena della tavola, mentre il resto dello spettacolo non gli appartiene; un altro riferimento è posto all'inizio del film quando viene citata una nota frase con cui lo scrittore rispose a una esplicita domanda:
"E hai ottenuto quello che volevi da questa vita, nonostante tutto?
Si
E cosa volevi?
Sentirmi chiamato amato, sentirmi
amato sulla terra"
Se questo è il senso ultimo del film, data la premessa in epigrafe, il suo finale ne è la diretta conseguenza?
Se mi faccio tutte queste domande non è perché penso che un film debba essere esplicito e non lasciare dubbi interpretativi e che debba essere del tutto decodificabile, ma, al contrario, perché ho avuto l'impressione che le parti surreali siano troppo semplicistiche.
Insomma c'è troppa roba, quasi troppo scontato il lato immaginifico, troppo evidente la metafora, in fondo è una ripetizione continua della stessa cosa, degli stessi elementi narrativi, anche la fine...sembra non finire mai....e anch'essa si ripete.
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Inarritu è messicano, ha fatto film che mi sono piaciuti, originali e di spessore contenutistico, ma qui mi sembra che sia riuscito a ripetere la classica formula con cui il cinema americano riesce a glorificare l'America pur criticandola, a ribadire il suo mito pur contestandolo.
Forse sono io che non ho capito il film, il dubbio mi rimane, ma la sensazione che mi ha lasciata è stata quella di un deja vu, di una semplicità contenutistica nascosta da una complessità stilistica
Il film è comunque dotato di un ottimo cast, di un montaggio "nascosto" che rende il film un flusso continuo e senza interruzioni delle scene che lo compongono e di un'adeguata e potente colonna sonora che lo scandisce e lo accompagna quasi incessantemente.
Ma i dubbi sulla validità complessiva del film rimangono.
Qui potete leggere una bella recensione completamente opposta alla mia anche se i punti di riflessione sono più o meno gli stessi.
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