lunedì 2 maggio 2011

Il nostro caro Billy



Il caro Billy muore ed il romanzo inizia nel bar dove gli amici ed i parenti si riuniscono per mangiare dopo il funerale. Da lì inizia la narrazione della vita di Billy e di coloro che a lui, in qualche modo, sono stati vicini e con cui  ha condiviso gli anni della sua esistenza. Entusiasmi, dolori, quotidianità, giovinezza e tempo che passa fluiscono nella narrazione con eleganza e delicatezza. Leggendolo mi è venuto in mente un grande film, C'era una volta in America, non per assonanza degli eventi nè per il periodo storico in cui si svolgono, ma per il senso di nostalgia e malinconia di cui sono pervasi entrambi e per i continui flashback che si intrecciamo nella costruzione della trama narrativa.
Lo spazio temporale va dall'ultimo dopo guerra fino alle soglie del nuovo millennio ed i luoghi interessati sono essenzialmente New York, in particolare Coney Island, e l'Irlanda da dove sono emigrati nel tempo le famiglie ed i personaggi che animano la narrazione e che risultano lontani dalle forti contraddizioni all'interno della famiglia e della società statunitense che contradistinguono, in buona parte, la letteratura americana degli ultimi decenni.

E' un bel libro che parlandoci della vita dei personaggi fa pensare alla propria, affronta il dolore per la morte di una persona cara in modo semplice e realistico, senza sfociare nel semplicismo o nella banalità, ci racconta degli immutabili riti e delle reiterate parole che in questi casi si compiono e si dicono, delle consolazioni religiose e non che in questi casi vengono proposte, ma quello che rimane è il dolore personale ed intimo, incomunicabile ma conosciuto da ciascuno di noi.

E' un libro sul ricordo, sulla vita che va avanti, sugli eventi che si susseguono e che delineano l'esistenza nel suo sviluppo e sugli intrecci personali che si creano al suo interno, tira fuori i pregi e i difetti dei personaggi accentadoli entrambi come le due facce di una medaglia, una medaglia che ha comunque un suo valore.

Un romanzo profondamente umano nell'accezione più "calda" del termine, senza ombra di retorica o di sentimentalismo, in cui anche l'inevitabile ripetività degli eventi e le modalità di reazione agli stessi nella vita di tutti non perdono per questo di spessore e di partecipazione.

I riferimenti al libro li potete trovare qui.

3 commenti:

  1. Anche se non ho letto "Il nostro caro Billy" ho l'impressione che tu abbia colto i punti essenziali del romanzo di Alice Mcdermott. Anche la tua recensione è priva di retorica, e proprio per questo, leggendola, mi ha fatto nascere il desiderio di leggere il romanzo. Brava, Maria! È proprio una bella, stimolante recensione, questa!
    Un abbraccio.
    Milvia

    RispondiElimina
  2. E' una recensione particolarmente preziosa, perchè sincera, approfondita, semplice e trasparente nella comunicazione delle tue emozioni.
    E poi, con te e Milvia, ci si sente proprio nel più esclusivo dei salotti letterari...

    Salutone.

    RispondiElimina
  3. Grazie Milvia e Franz, mi piace quello che dite, le parole che avete usato per esprimere il vostro apprezzamento,
    un abbraccio a voi
    maria

    RispondiElimina