lunedì 10 gennaio 2011

Viaggio in America attraverso Lousiana, Mississippi e Tennessee

Primo post di questo novello blog; piccolo resoconto, poco ortodosso, del mio ultimo viaggio negli states, fatto accompagnando un'amica che lì si muoveva per lavoro..
in realtà è stato già pubblicato sul blog di un'altra mia amica, ma non ho trovato di meglio per iniziare a raccontare ...le mie cose d'america....





Leggerezza di New Orleans, piena di festoni del carnevale appena passato, musica ovunque, nelle strade, nei locali, sul Mississippi, collane di perline e sciarpe di piume di tutti i colori, palazzi storici che hanno visto sfilare tanti Mardi grass,
tanti schiavi in catene,
tornadi e cortei funebri di afroamericani che da lì hanno tirato fuori il Jazz 








Strade immense, e strade piccole ma tutte allungate all’orizzonte, boschi, praterie, paludi, residui di cotone sull’erba secca, piantagioni, pascoli, querce secolari con lunghi rami protesi verso l’esterno ad accarezzare la terra 










Paesi con main street e piazze limitate da palazzi dei primi del novecento che sembrano scenografie di film western 











Case prefabbricate, sporadicamente poste su tutti i percorsi, dove l’umanità si aggrega in piccoli gruppi....
convivono  vicine case decorose, case graziose, case in decadenza case fatiscenti 



Quartieri periferici di un centro inesistente, abitati solo da neri 
al di fuori delle case non si vede mai nessuno
mai nessun bianco                                                                             
i neri stanno fuori, parlano, bevono, i bambini giocano 

Oggetti inverosimili, residui di macchinari, oggetti tra i più pazzi ed inutili, vecchi, usati, accatastati fuori le case, o diventati arredi….su tutti si potrebbe leggere…America…. 

Stormi di uccelli grandi quanto il cielo al tramonto… 



Campi di battaglia diventati parchi 
Vecchie fattorie con baracche e magazzini di legno e lamiera diventati Motel 














Accoglienza e gentilezza 
cordialità e  disponibilità 
                                                                                                        
Facce nere di colore e di umore 
neri corpi vestiti over size 
corpi over size 

Sulla strada limacciosa del grande fiume scorre la musica 
Incrocio tra 61 e 49…Darksdale... Robert Johnson vende l’anima al diavolo…nasce il blues…si dice…la musica del diavolo ….                                                                                    
“juke point” l’anima diventa musica…la musica plasma i corpi in movimenti sinuosi 


Tupelo…dove nasce Elvis…nel Tennessee dove prima era nato nato il KKK 


Menphis, case monumentali vittoriane, B.B.King, Graceland ed ancora Mississippi,

Motel Lorraine, stanza 306 da cui esce M.L.King e viene ucciso 













Menphis, dove vive e muore Elvis e dove finisce il mio viaggio


Circa 2000 miglia, sul parabrezza neanche un insetto lungo la strada animali travolti 
Negli occhi rimangono orizzonti dove ci si può ancora perdere, dove ancora, forse si può scappare…dove forse si può impazzire…ma anche di una “buona follia…”
Spazio dove la mente  può  assaporare la libertà, dove il proprio corpo perde dimensione.. spazi che hanno visto la violenza su cui gli states sono cresciuti..tutti gli states…dalle città alle campagne, dai deserti alle montagne… 
ma si respira sperando ancora di poter essere liberi….l’America è così una contraddizione di se stessa…una finzione che è realtà… 


7 commenti:

  1. Evviva! Questa nuova nascita in rete mi fa molto piacere. Sono sicura che ci saprai raccontare, dell'America, dei suoi paesaggi, della letteratura, del cinema e della musica, delle bellissime cose: your favorite things....

    In bocca al lupo, quindi, e lunga vita al nuovo nato.

    Milvia

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  2. @ Milvia...the first...!
    grazie degli auguri da me e dal blog..:-)
    e quel riferimento a..favorite things...è significativo...:-)

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  3. parlare di quel tempo non mi mette nostalgia,
    ma solo voglia di ripartire...
    sono pronte le valigie, Maria?
    per trasmettere altre emozioni
    bisogna viverne tante e tante ci aspettano....

    ..intanto vai avanti a srivere...
    firmato: l'altra metà del viaggio

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  4. @Silvana.... cara altra metà del viaggio... che piacere leggere il tuo bel commento...si le valigie nella mia testa sono sempre pronte...e prima o poi...anche le mie mani saranno pronte a farle,per andare incontro a quelle emozioni che ci aspettano....e poi magari elaborare un altro resoconto...sempre poco ortosso...ma sempre pieno di quello che il nostro viaggiare mi avrà lasciato nella mente e negli occchi..on the road...:-)

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  5. Proprio bello!!! Mette voglia di viaggiare ma anche solo di aprire gli occhi e di guardarsi intorno rifuggendo da abitudini e routines.
    Grazie!

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  6. Sapevo di questo blog neonato (ho buone fonti informative... ;-) ), e forse sono stato fra i primi a buttarci l'occhio.
    Ma ho rimandato a lungo il momento di fermarceli sopra, gli occhi: ai forti colori e nitidi contrasti delle immagini fotografate, e di quelle raccontate, insieme con le tue impressioni di viaggiatrice sulle ali dell'emozione.
    Ho rimandato quel momento, dicevo, penso a causa di quel fatto, "quella contraddizione di sè stessa…", "quella finzione che è realtà…"
    Nei miei paradigmi gli USA sono, se non proprio l'impero del male, i condottieri dell'umanità su un piano inclinato che porta verso il baratro. Ecologico, economico, sociale.
    Sono una terra che non ha storia antica, perchè la sua popolazione vi si è sovrapposta violentemente in tempi recenti.
    Sono i dispotici plagiatori di tanta parte del brodo di cultura, di pseudocultura, che ha nutrito, dai film di Hollywood alle trasmissioni di Mike Bongiorno, l'infanzia delle nostre generazioni.
    Sono i divoratori delle ultime risorse del pianeta, tutti grassi, tutti bigotti, tutti convenzionali.

    Ma non è così. L'anima, il 'soul' abita anche, a volte 'soprattutto', in quegli immensi spazi geografici dove l'immaginazione stenta a giungere.
    E poi Bob Dylan, poi Bruce Spreengsten, e tutti i tuoi musicisti di New Orleans, e i bluesmen.
    E Robert Kennedy, e Martin Luther King, e tanti tanti altri condottieri dell'umanità...

    Ci vuole molta umiltà nell'accostarsi a quanto di più umano rappresentano gli States: l'infinita contraddittorietà della nostra natura.

    Un caro saluto a te, e un buon viaggio a queste nuove pagine.

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  7. @ Franz! solo oggi e puramente per caso mi sono accorta che questo tuo bel commento era rimasto, e non so veramente perchè, nella cartella spam! e gli ho reso subito la visibilità che merita!
    Grazie, le tue riflessioni, così ben espresse, sono da condividere certamente.Ho già parlato del mio punto di vista e del perchè di questo blog e quindi non mi ripeto ora, tu ne hai colto subito, comunque, il suo spirito conduttore sin dall'inizio.
    Un caro saluto

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